Cari commercialisti se volete aiutare i vostri clienti cominciate a classificarli
Un pensiero di profonda solidarietà e rispetto a tutti quelli che soffrono, e uno di immensa gratitudine a tutti quelli che li stanno a vario titolo aiutando.
Michele D'Agnolo
Può essere utile classificarle, almeno approssimativamente, per poterle aiutare adeguatamente partendo da quelle più “bisognose”. Infatti la tipologia di consulenze che si potranno prestare varierà principalmente in funzione dello status in cui si trova la singola azienda.
“Paradossalmente, una esigua minoranza di aziende verrà addirittura favorita dal Corona Virus mentre la maggior parte è destinata a subire pesanti traumi dal lato dei ricavi e degli incassi.”
La classificazione parte dalle situazioni più fortunate e si conclude con quelle più fragili. Grato di eventuali suggerimenti per migliorare la classificazione.
- aziende che cresceranno a motivo della crisi e anche dopo (es. commercio elettronico)
- aziende evergreen (che hanno e manterranno domanda costante)
- aziende con business anticiclici rispetto all’evento (es. fabbricanti di mascherine che ora sono in auge ma che probabilmente ridurranno la domanda alla fine dell’emergenza)
- aziende che si sono adattate/reinventate (es. ristorante chiuso che ora fa consegne a domicilio)
- aziende che non hanno debiti
- aziende che hanno riserve sufficienti per ri-patrimonializzare l’azienda
- aziende che hanno attività facilmente scalabili in downsizing perché non hanno rilevanti costi fissi
- aziende che hanno business considerati in queste fasi e in quelle successive “non indispensabili” o “pericolosi” dai clienti/consumatori
- aziende che hanno business che risentono delle chiusure e dei divieti di spostamenti di persone
- aziende che hanno business chiusi per i provvedimenti di contenimento del virus
- aziende che erano già in stato di crisi o “tenevano l’anima con i denti”